ST.2023.00001
Lo stato non si ingrassa con le tasse
Estratto da una intervista a Valerio Malvezzi
Il politico italiano Valerio Malvezzi, rilasciò una video intervista ad una radio italiana alcuni anni fa uscendo con una frase alquanto anomala riguardo il sistema economico italiano: “Lo stato non si finanzia con le tasse”.
Dopo aver ascoltato con interesse la breve intervista, della quale ne riporto un estratto qui sotto, mi è subito venuto a mente che trattasi di un politico o ex politico italiano quindi che opera a favore del sistema.
Quello che ne traggo dall’intervista è semplicemente la seguente osservazione:
ci fa vedere le cose per indurci ad accettarle.
Durante l’intervista elenca il da farsi per recuperare la Repubblica, tuttavia trasmette l’impotenza di fronte alla situazione attuale, quell’impotenza nella quale moltissimi italiani giacciono e che si fanno trasportare da un informatore all’altro e ponendo su di essi la loro speranza.
Lo stato stampa / emette moneta schiacciando un bottone. Questo è l’unico modo di creare la moneta in un sistema poiché la moneta viene accettata all’interno di quel sistema per virtù di un rapporto giuridico in essere dopodiché con le tasse lo stato fa esattamente l’opposto: drena la liquidità che ha immesso in quel sistema.
Quindi facendo la spesa pubblica in realtà si pone il denaro all’interno del sistema economico creando ricchezza.
Il punto fondamentale è l’equilibrio da creare tra le entrate e le uscite:
- uno stato virtuoso crea deficit (spesa pubblica > delle entrate)
ne segue che il bilancio dei privati va in surplus (esattamente quello che accadde dal dopoguerra fino alla fine degli anni settanta). - Uno stato non virtuoso fa l’opposto e giustifica la necessità di fare avanzo
dicendo “dobbiamo avere i bilanci in ordine”, ma la verità non detta è invece la seguente:
Ci servono più soldi perché dobbiamo pagare degli interessi speculativi privati a banchieri privati che ci hanno finanziato.
Dal 1981 lo stato italiano:
- Ha ceduto la proprietà della moneta, passando da un controllo pubblico ad uno
privato, vietando alla banca d’Italia di acquistare i titoli del tesoro, per poi
indebitarsi nel sistema privatistico. - Ha chiuso il meccanismo fondamentale di finanziamento: i BOT.
Il risultato fu un indebitamento nei mercati speculativi internazionali, favorendo
l’estero ad essere padrone del nostro debito.
Dal 1991 lo stato italiano tassa di più di quanto spende.
L’interesse delle classi finanziarie è stato creare una lotta tra poveri cioè mettere il lavoratore dipendente contro l’imprenditore (piccole e micro imprese), creando una cultura del fatto che “gli imprenditori sono degli evasori fiscali” (cultura creata in Italia da trent’anni).
Cosa fare?
- Abbassare la pressione fiscale. Poiché sono gli imprenditori a creare i posti di
lavoro e pagare anche per i posti di lavoro pubblici. - Cambiare il livello economico di riferimento.
- Riappropriarsi della sovranità monetaria.
- Spiegare alla popolazione che con la spesa pubblica si crea il denaro e che con
le tasse invece si equilibra il sistema per non creare inflazione.
Ricordare che stampando soldi non si crea inflazione in automatico: per esempio Draghi stampava anche 60 miliardi di euro al mese ma l’inflazione rimaneva intorno al 2%.
Inflazione esiste quando il bisogno di denaro è superiore all’offerta.
Uno stato sovrano non ha bisogno di finanziarsi.
Vogliono creare un’economia basata sul debito.
Quando c’è alta disoccupazione l’inflazione non può salire perché la gente non ha denaro da spendere.
Si è creata un’economia a bassa inflazione perché l’obiettivo fondamentale era tutelare il grande capitale.